Ho ritrovato una vecchia foto in
bianco e nero che ritrae i miei nonni da giovani, appena sposati.
La bellezza dei loro corpi vicini
è disarmante.
Hanno espressioni inconsapevoli.
Naturali. Imperfette. (Perché, allora, le
foto si facevano per le cornici e non per il web).
Beh, li ho guardati e mi sono
pentita di non avergli mai domandato (quando
ne avevo la possibilità) se avevano o meno la consapevolezza che sarebbero
stati insieme per tutta la vita (perché
così è stato).
Se pensavano di essere, l’uno per l’altra, la
rappresentazione corporea del loro reciproco ideale di unione.
Se hanno mai vacillato, se hanno
mai avuto paura, se hanno mai stretto tra le mani la felicità.
A me l’idea di un vincolo
indissolubile spaventa quasi come l’affacciarmi dal sesto piano di un palazzo.
E
allo stesso modo mi spaventano gli ideali, che troppo facilmente si sgretolano
e scivolano di mano.
Eppure penso sia meraviglioso avere la capacità di amare
in prospettiva.
Mi fa venire in mente il gioco delle biglie che si fa sulla
sabbia. Non serve imprimere forza, basta una piccola spinta con la punta delle
dita e la biglia rotola, libera, lungo la sua direzione.
Con leggerezza e con
un soffio di vento a favore.
Rubo un paio di righe alla
musica.
(...) Noi rimarremo insiemeSe noi ci capiremoSe ci perdoneremoGli sbagli che faremoNoi rimarremo insiemeSe avremo volontàSe riusciremo insieme a darci libertàE per la vita che verràTu non sarai mai sola (...)
E comunque, se proprio devo essere onesta, io un uomo ideale ce l'ho...è il tipo della pubblicità di "Immobildream".
Perchè lui "non vende sogni ma solide realtà"!
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