lunedì 30 settembre 2013

Mezzo pollice verde

Le piante grasse sono, tra tutte le specie botaniche, quelle che amo di più.
In primis perché le loro forme strane mi fanno simpatia. E poi perché credo che abbiano delle caratteristiche naturali assolutamente invidiabili.
Sono nate, infatti, per resistere, per lottare e per adattarsi alle circostanze esterne.
Grazie a particolari tessuti, riescono ad immagazzinare tutta l’acqua necessaria per sopravvivere nei luoghi più avversi, quelli aridi in cui i periodi di siccità sono lunghissimi. E hanno fatto tutto da sé. Si sono – diciamo – organizzate, trasformando le foglie in spine e trasferendo la funzione clorofilliana sul fusto.
Che piante geniali. Che piante forti.
Piante capaci di sopravvivere anche senza le cure e le attenzioni dell’uomo.
Io, che più che il pollice ho forse il mignolo verde, ne ho fatte morire una decina. L'unica, credo, nella storia ad esserci riuscita.
Le piante grasse sopravvivono nei deserti del mondo e sono venute a morire a casa mia, a Ponte Pattoli!
Me ne dispiaccio infinitamente. Mi dispiace soprattutto di non aver fatto in tempo a rubar loro un po’ di quell’equilibrio sapiente che le rende capaci di affrontare anche le situazioni meno ottimali, con vigore e senza alcun lamento. 
Facendo sbocciare piccoli fiori anche tra le spine più appuntite. 

martedì 24 settembre 2013

A far la spesa comincia tu!


Parlerò della spesa, quella che si fa al supermercato.
Al telefono della radio con il presidente di Coop Italia – la Coop quella che sei anche tu, tu che leggi – ricevo da lui questa domanda: “Signorina, lei cosa mette nel carrello?”. E allora io, che la professionalità è un concetto che sono solita gestire a modo mio, rispondo: “Presidente io sono donna e single, perciò poche cose e inutili”.
A me fare la spesa piace parecchio.
Soprattutto mi piace stare in coda alla cassa e sbirciare nei carrelli altrui. E confrontare i loro acquisti con i miei. Non so perchè, ma alla fine mi sembra sempre di aver lasciato fuori qualcosa di necessario che invece gli altri hanno scelto. E la conferma arriva sempre puntuale dall'espressione perplessa della cassiera quando passa il codice a barre dei miei prodotti davanti al laser...

primo bip – salviette struccanti, che ne compro come se mi truccassi sul serio
secondo bip – yogurt al malto e cereali, che fa sempre scena
terzo bip – cereali confezione formato famiglia, che compro solo perchè le tipe della pubblicità della Kellog's sono sempre in tuta, toniche, sorridenti e fighe...e se bastano i corn flakes, ho svoltato!!
quarto bip - sfilatino al formaggio, che spero di trovare a casa la mortadella
quinto bip –  deodorante per auto (ignoro sul serio il motivo)
sesto bip – succhi di frutta a tutti i gusti commestibili, tranne la papaya

E’ evidente, la mia spesa non segue alcun criterio logico-razionale.
Del resto io non sono catalogabile come “consumatrice normale”. A casa non ho bocche da sfamare, pasti da organizzare, bucati formato famiglia da far girare negli oblò delle lavatrici. Non miro alle prime necessità e mi concedo – ancora – la spensieratezza delle ultime, accogliendo la politica della spesa che non è altro che la politica delle scelte che si fanno, ogni giorno, nella vita.
Scegli ciò che ti serve, prendi ciò che ti conviene, ricerchi le fantastiche offerte, ti concedi il brio del superfluo, scarti ciò che è stato già toccato dagli altri e frughi in fondo allo scaffale per portare alla luce il prodotto più intatto.

A volte capita di lasciar fuori qualcosa. Ma anche quelle non prese, sono pur sempre scelte.