venerdì 26 agosto 2011

Il Bello & la Bestia: the real story...



Questo post è ispirato ad una storia vera (la mia, come sempre!).

Frequentavo ancora l’università ed ero barricata in casa per preparare l’esame di Diritto commerciale (così tanto impegnativo che l’unico esame che ti consigliano dopo è quello…del sangue!). Umore a terra, pila di libri sul tavolo, tapparelle abbassate e abbigliamento “comodo”. 
Praticamente, una scena da film horror!
Senza alcuna vergogna, voglio puntualizzare cosa intendo esattamente per (mio) abbigliamento “comodo”:
  • t-shirt “Grifonissima 1998” (i perugini la conoscono bene…);
  • pantalone ampio color celeste pastello (del pigiamone, naturalmente);
  • infradito fluorescente;
  • e per finire, super pinza metallizzata aggrappata ai capelli (il vero tocco di classe!).

Cioè, della serie “so’ arrivati gli alieni!

Ovviamente io (l’alieno) mai e poi mai avrei potuto immaginare di ricevere, proprio quella mattina, la visita del fisioterapista di mia nonna.
E, soprattutto, non conoscendolo, mai e poi mai avrei potuto immaginare che il medesimo fisioterapista avesse proprio quell’aspetto…

lunedì 22 agosto 2011

Io, genio incompreso dell'Hi-Tech



Io e la tecnologia: una cosa sola.
Nel senso: o io o la tecnologia.
Chiariamo subito, si tratta solo di piccole incomprensioni, di minimi fraintendimenti. Nulla che faccia anche solo lontanamente ipotizzare che io possa essere una FRANA TOTALE con computer, telefoni, fotocamere et similia.
Semplicemente, a volte non ci capiamo, non usiamo gli stessi codici.
In fondo io sono nata negli anni ‘80, quando il top del top della tecnologia poteva essere rappresentato da un paio di walkie talkie o – a voler esagerare – dalla Villa di Barbie con ascensore interno!! 
Ora, invece, la nostra vita è delicatamente appesa ad un filo virtuale chiamato internet, raggomitolato dentro una scatoletta chiamata computer: la posta si spedisce con un click del mouse; il lavoro si misura in giga; le malattie si curano con google; le foto si raccolgono nei social-album; le strade si percorrono grazie all’App dell’IPhone; i libri si leggono dal tablet eccetera eccetera.
È un problema di linguaggio, tutto qua!
Se, per esempio, mi dicono “Il tuo pc ha un brutto virus”, io mi sento legittimata a pensare che accenderlo sia particolarmente rischioso (considerato che io sono pure abbastanza cagionevole!). Oppure, se mi dicono “Tu con che motore navighi: Google o Yahoo?”, io mi sento legittimata a pensare che senza ‘no straccio di barca oggi non sei veramente nessuno!
E allora mi son dovuta adeguare. Ho cestinato penne, agende, rubriche e fogli di carta (esiste ancora questo arcaico materiale???) ed inserito tutto nel mio modernissimo smartphone!

C’è un solo problema…l’ho perso!




martedì 16 agosto 2011

Che mondo sarebbe senza...L'Elisina! (Part 2)




Dopo "La Veros" (di cui vi ho già parlato in precedenza), ho il dovere di menzionare un’altra delle mie storiche amiche: L’Elisina.
Certo, L’Elisina è più facile imitarla che raccontarla considerato che ciò che veramente la caratterizza non è tanto quello che dice, ma il tono di voce con cui lo dice e, soprattutto, il movimento di viso&corpo che abbina ad ogni sua “perla”.
Sì perché L’Elisina, ogni volta che apre la bocca, non tira fuori dei “concetti” ma dei veri e propri “gioielli”…

Per consentire a tutti (specialmente ai lettori che provengono da zone non proprio confinanti con la media valle del Tevere) di comprenderne esattamente il significato, fornirò una efficace e puntuale traduzione di ogni sua frase di seguito elencata (una roba tipo Google Translator).

“Si ‘n ce vedi mett’i occhiali più doppi” (Se hai dei problemi alla vista, sarà bene che controlli la gradazione delle tue lenti);

Rivolgendosi a me: “Famme capì, tu stè a tre metri sul livello del Tevere e ‘n sé che èn le nutrie?? Amazzete!!” (Chiara, ma davvero non conosci quegli strani animaletti che vivono lungo le rive del fiume Tevere, nei pressi del quale si trova la tua abitazione?? Informati il prima possibile!!);

“Ieri sera m’han magnato i tafani” (Ieri sera, mentre mi godevo una serata all’aria aperta, sono stata punta da numerose zanzare);

Elisina scrive dall’India: “Di qui è tutto sacro, anche la cacca dei piccioni…ecco perché non l’arcolgono! Non posso manco da’ na manata alle vespe che me vengono addosso, chè la guida me guarda brutto! Ah gin’ bene…” (In India tutto ha un valore sacro, dagli escrementi agli insetti. La guida che ci accompagna è molto gentile e sorridente. Wow, mi trovo veramente bene!);

Elisina in una discoteca affollata, ad un tipo che per errore le dà una spinta: “Brutto ‘mbecille, se disgraziatamente m’artocchi te sguasto” (Ehi non ti preoccupare, non mi son fatta nulla! Ma se riesci a fare più attenzione ne sarei davvero felice. Al di là di tutto è stato un piacere!).

…E potrei continuare per ore ed ore! 
L’Elisina è un personaggio, ve lo posso garantire. So che “mi stira e mi ammira” ed io faccio lo stesso con lei. 
È divertente, diretta e originale…e un mondo senza Elisina?? Noiosissimo!!

mercoledì 10 agosto 2011

Chiamate pure il WWF




Ferma al semaforo.
Davanti a me una piccola utilitaria. Sul vetro del lunotto posteriore un adesivo bello grande con scritto “CANE A BORDO”.

Io ‘ste cose ‘n le concepisco (lo scrivo in perugino per esprimere meglio il disappunto).

Sia chiaro, non che io abbia qualcosa contro gli animali (ho avuto uno dei cani più intelligenti del pianeta e l’ho amato quasi come un figlio).
Io ce l’ho piuttosto con le esagerazioni di certi padroni.
Già mi pare eccessiva la scritta “bimbo a bordo”, figuriamoci quella riferita alla neonata bestiolina.
Io fatico proprio ad afferrarne il senso.
In sostanza, è come dire agli automobilisti: “fate attenzione alle auto con bimbo o cane, ma se ne incrociate una con dentro un tipo di sana e robusta costituzione… ingranate la quinta ed abbattetela, come se foste sulle macchinine del Getton Box!”
Ecco, io scommetto che ad un cane l’idea degli adesivi “on board” non sarebbe mai venuta in mente!

Sicuramente non al mio, che in testa aveva tutt’altri pensieri…

Pur essendo femmina (ce ne siamo accorti solo quando ha generato un bel quartetto di cuccioli), il mio cane si chiamava “Rischio” (il perché di questa triste scelta resta ancora un mistero).
Magra come uno stecchino, con il pelo nero, qualche macchia bianca ed il muso appuntito: insomma, bruttina ma simpatica!
Ebbene, dopo anni di coccole, crocchette e costose lozioni anti-zecche, Rischio (la meticcia)  si è presa una super cotta per un pastore maremmano e con lui se n’è andata. 
Senza più fare ritorno!

E questo non è un cane intelligente???
Di più!  È da guinnes dei primati!
Rischio è, infatti, il primo cane al mondo che abbandona la propria padrona per amore!


lunedì 1 agosto 2011

BE DIFFERENT (o quantomeno provaci)




Questo post nasce da alcune riflessioni notturne. 
Le più pericolose in assoluto!
Lo scrive anche la Mazzantini nel suo ultimo libro: “...la notte è la notte e il giorno è il giorno”.
Dunque, a sole ormai calato, mi son ritrovata a pensare a me, al mio essere – da sempre – un soggetto un po’ particolare. Un soggetto allergico alle omologazioni, al “così fan tutti quindi anch’io”, al “piace a loro quindi anche a me”.
Io mi sono sempre dovuta distinguere, non per essere migliore o peggiore degli altri né per suscitare paragoni, ma più semplicemente per sentirmi comoda in quello che ero. E in quello che sono.
Come si fa con una mappa, ho individuato e barrato con una x i punti deboli del mio fisico e del mio carattere ed ho iniziato a lavorarci sopra, con pazienza e precisione, come fanno gli artigiani.
Per gli altri erano “difetti”, per me “caratteristiche”.
Per gli altri andavano “eliminati”, per me “valorizzati”.
Dunque ho iniziato così, trasformando i miei punti deboli in punti di forza, trovandone gli aspetti positivi, rendendoli fonte preziosa di opportunità, cogliendone solo ed esclusivamente i numerosissimi vantaggi