martedì 18 dicembre 2012

Se per caso finisse il mondo...


Se per caso finisse il mondo vorrei (prima):

  1. Mangiare almeno un paio di falafel vegetarian a Paris (da King Falafel Palace, naturalmente!)
  2. Sostituire la protagonista dell’ultimo spot pubblicitario del profumo di Roccobarocco, al fine di provarci spudoratamente con ciascuno dei 4 strafighi mori seduti al tavolo
  3. Noleggiare un caterpillar e schiacciare tutte le auto parcheggiate in seconda fila, ma con le quattro frecce lampeggianti, davanti a – nell’ordine – bar, tabacchi, ricevitorie, edicole, alimentari, uffici postali, scuole primarie e secondarie
  4. Entrare “nei peggiori bar de Caracas” e scolarmi alla goccia una cassa di Pampero
  5. Andare ad un concerto di Lauryn Hill e iniziare a gridare (tipo ‘na matta) sulle prime note di Tell Him
  6. Scomporre il mio carattere come fosse un'equazione, portando dietro le parentesi, moltiplicando i pregi coi difetti e sottraendo i limiti e le ansie
  7. Fare un corso di massaggi thailandese, con un thailandese, possibilmente alto e muscoloso
  8. Imparare a baciare al di là delle labbra
  9. Alzare il braccio e parlare dopo che il prete ha ammonito “Chi è a conoscenza di qualche impedimento per il quale quest’uomo e questa donna non dovrebbero unirsi in matrimonio, parli ora o taccia per sempre” (…ma giusto così, per fa’ uno scherzo!)
  10. Non essere più preoccupata di perderti ma godermi l’occupazione di averti, giorno dopo giorno, a tempo indeterminato

 La chicca musicale sopra citata:



lunedì 10 dicembre 2012

A prima Svista


Presbiopia
Quando non vedi bene ciò che hai proprio lì, davanti agli occhi. 
È un difetto della vista. È anche un difetto della vita. 
Si corregge allontanandosi da ciò che si osserva o illuminandolo.
Da quel punto sfocato, quindi, ti puoi allontanare o ci puoi andare sopra con la luce. Oppure, puoi farlo rimanere un semplice punto sfocato. Uno dei tanti. E accontentarti di ciò che malamente appare, senza addentrarti nella sua profondità
Senza fare chiarezza. 
È una questione di distanze. E di prospettive. E di minimi sforzi. E di scelte.

Ad ognuno, le sue sviste. 

(La metafora del lunedì, ore 13.50) 

(Io comunque so' miope...) 

martedì 4 dicembre 2012

Repetita iuvant?


Mi sono accorta che ci sono delle frasi che ripeto, più o meno, ogni giorno della mia vita. 
Alcune ormai escono fuori in modo quasi automatico, senza passare più per il cervello. 
Corde vocali – bocca – aria. 
Chissà, magari sono le stesse che ripetete anche voi, più o meno ogni giorno della vostra vita. 
Alcune hanno poca importanza, eppure le diciamo tante volte. 
Più di grazie, più di oggi è una bella giornata, più di ok ti perdono, più di un semplicissimo sì.

  1. chiarasantilli@, sì tutto attaccato, minuscolo e senza punti (15 volte al giorno, a chi lavora con me)
  2. Ma allora lo fai apposta? Sono in onda il lunedì alle 17.30! (1 volta a settimana, a mia madre)
  3. No (4 volte al giorno, alla rom - con il cellulare e l’estathe - che chiede la carità in centro)
  4. Ho bisogno di una taglia più piccola, per favore (15.892 volte al mese, alla commessa di Intimissimi che fatica ad accettare che, per quanto le dimensioni siano over, la circonferenza del mio torace è small)
  5. Macchiato caldo (2 volte al giorno, al barista che mi serve il caffè)
  6. Rischi il penale, lo sai? (a mio fratello diciottenne, ogni volta che aggiorna il suo stato su facebook)
  7. Eh ormai lasci, che vogliamo fa’? (2 volte a settimana, al salumiere che mi taglia 3 etti e mezzo di prosciutto contro l’unico ettogrammo da me richiesto)
  8. Sono passata a Tre perchè, in effetti, facendo l'abbonamento "un milione di minuti e dodici miliardi di sms" mi offriva la tariffa più conveniente (1 volta ogni due mesi, alla mia carta di credito, di fronte alla fattura)
  9. No grazie, stasera preferisco restare a casa (1 volta al mese, alle mie amiche – senza ciclo – che vogliono fare quattro salti in discoteca)
  10. Che la settimana è iniziata proprio di mer.... ! (a me stessa, un minuto fa)