domenica 29 gennaio 2012

A Davide



Davide, primo figlio di Lucia.
Lucia, una delle mie storiche amiche, una del “circolo delle amiche strette”, per intenderci.
E questo post sostituisce il biglietto di auguri che altrimenti dovrei allegare al regalo (e sul quale non so mai cosa scrivere!).
Ma non solo, naturalmente!!
Questo post rimarrà nel circuito virtuale della rete per i prossimi anni, si presume.
E quindi, non appena Davide avrà la capacità di leggere ritroverà lì qualcosa che parla di lui.

Perché Davide è sì il primo figlio di Lucia ma contemporaneamente è un po' il figlio di tutte noi "amiche strette".
Del resto noi abbiamo sempre condiviso tutto: merende, vacanze, pianti, risate, serate in macchina, serate in discoteca, film, compleanni, “appostamenti” per le prime uscite con i ragazzi, esperimenti sportivi, pranzi e cene, feste e ricorrenze.
Tutto, ma veramente tutto.
E nonostante il tempo, i cambiamenti, gli umori vaganti e gli eventi, non ci siamo mai perse.

Perciò Davide – mi rivolgo direttamente a te – ci sono cose importanti che devi sapere.

Pian piano ti accorgerai (proprio come si è accorto il tuo papà!!) che le amiche della mamma – che avrai l’obbligo morale e sociale di chiamare “zie” – saranno con te molto presenti, specialmente nel week end. Te le ritroverai di domenica tutte insieme in soggiorno con tè, caffè e pasticcini. Ti porteranno giocattoli, ti faranno mangiare una quantità industriale di schifezze al cioccolato e, soprattutto, ti impartiranno insegnamenti che utilizzerai nel corso della vita.

Dalla zia Veros imparerai il valore della solitudine ("conta solo su te stesso che tanto gli altri son tutti stronzi...");
Dalla zia Elisina imparerai le tecniche base per pronunciare in perugino le prime paroline che dirai (tipo casa/chèsa; andiamo/gimo ecc);
Dalla zia Tania imparerai tutti i segreti per fare cocktail, shortini e long drink senza versarne la metà sul pavimento in cotto;
Dalla zia Angela imparerai i nomi e cognomi di tutti gli abitanti del quartiere ed ogni altra informazione utile (n. di figli, n. di animali domestici posseduti, precedenti esperienze lavorative, modello dell’auto ecc);
Dalla zia Martina imparerai che il segreto per smettere di fumare è sostituire le sigarette con le liquirizie (solo che poi le devi masticare, come ha fatto lei, 24 ore su 24);
Dalla zia Valentina imparerai l’inglese, il francese, il tedesco, lo spagnolo ed ogni altra lingua parlata sul pianeta Terra.

Solo ad una cosa dovrai far attenzione: a non piangere nel momento clou di un loro gossip.
Potrebbero non prenderla bene…

Alla fine resto io.
Che non so proprio cosa potrei insegnarti.
Allora provo con un augurio.
Ti auguro, caro Davide, di avere sempre gli occhi aperti alla curiosità.
Di trovare in ogni strada mille possibili destinazioni.
Di avere cura di tutto ciò che amerai.

lunedì 23 gennaio 2012

Lui&Lei: il secondo appuntamento...

On request, ritorno a parlare di uomini e donne e dei loro “appuntamenti”.
Dunque, eravamo rimasti al primo, quello cruciale, quello da cui dipende o non dipende il secondo.
Il primo appuntamento – si era detto – è un po’ un esperimento, una prova.
Come quando ti trovi davanti alla prima lavatrice della tua vita e aspetti fuori dall’oblò chiedendoti se le magliette che centrifugano dentro rimarranno tali e quali o dovrai rivestirci le Barbie di qualche cuginetta.

Lo stesso vale per il primo incontro: lo si osserva “dal di fuori” e se è andato bene, vuol dire che le cartucce sparate erano quelle giuste.
In particolare, lui è riuscito nell’impresa di apparire un tipo simpatico e intelligente. Lei ha centrato l’obiettivo di farsi passare per una bomba sexy ma, ciò nonostante, semplice e alla mano.

E la possibilità di rivedersi una seconda volta è concreta.

Lui dovrà semplicemente inviarle un sms in lingua italiana senza errori di ortografia e lei accetterà di buon grado. Lui dirà ai tre amici di bevute che ha conosciuto una figa pazzesca e che è già clamorosamente pazza di lui. Lei dirà al circolo delle amiche strette che stavolta forse è proprio quello giusto.

Fin qui tutto ok.
Ma attenzione!
Perché il secondo appuntamento non è una certezza ma, anzi, un rischio.
Sì perché se nel primo incontro non siete stati pienamente voi stessi, se avete usato tatticismi o altri subdoli mezzucci di circostanza, nel corso del secondo potreste essere riconosciuti e scoperti.
Ecco come…

mercoledì 18 gennaio 2012

L'educazione delle fanciulle


Consiglio questo libro.
Fresco, semplice, originale.
Un “dialogo tra due signorine perbene”, sottotitola così.
Una Luciana Littizzetto realisticamente pungente ed una Franca Valeri che conferma la propria straordinaria magnificenza.

Parentesi: se non avete mai visto un film con la Valeri, provvedete immediatamente (e contemporaneamente provate una leggera vergogna).

Ne estraggo qualche riga, (più o meno) a caso.

In passato ci sono stati uomini che mi hanno provocato delle accelerazioni del cuore, uno tsunami di serotonina che non sapevo controllare né dire da dove provenisse, da che cosa dipendesse, se dagli ormoni o da quello che lui diceva. Però dentro il cuore sapevo che non sarebbe durata perché erano cose troppo di pancia…di budello gentile…ma non potevo fare a meno di viverle. E meno male!
Forse il vantaggio che abbiamo noi donne adesso è questo: possiamo anche permetterci di vivere.
Comunque l’amore è un vero casino. E gli uomini lo sono ancora di più. Nulla è sicuro. Io, per esempio, ho una sola certezza sugli uomini: che un uomo in salopette non potrà mai essere sexy. E che un uomo che si mette i calzini bianchi corti è quasi sempre un cretino.

E ne aggiungo un'altra:

La vita va dove vuole lei. È anarchica.  

martedì 3 gennaio 2012

Spicchitalian?



Quante volte vi è capitato di fare un viaggio all’estero e di imbattervi nei vostri connazionali? E quante volte, un attimo dopo, avete pronunciato (magari a denti stretti) la fatidica frase: «Questi sono sicuramente italiani»?
Perché, diciamoci la verità, gli italiani all’estero sono un po’ come le borse taroccate Gucci sulla spiaggia: si riconoscono a colpo d’occhio!
Ci pensavo ieri, di ritorno dall’Austria, dopo aver ascoltato – senza sentirne la necessità –  tutta la telefonata di un tizio dall’accento romano fuori da un ristorante al confine con l’Italia.
Austria: silenzio. Confine con l’Italia: caciara.
Per riconoscere “L’italiano vacanziero” , in qualunque paese straniero esso si trovi, basta avere una capacità di osservazione media: si fa presto, insomma, senza dover investigare troppo!
Alcune regolette che ho appreso con il tempo e con i viaggi…

Regola n. 1: L’Abbigliamento.
L’Italiano vacanziero è sostanzialmente una griffe ambulante! Indossa tutte le marche più fashion ma ne predilige alcune in particolare: Moncler, Timberland, Hogan, Louis Vuitton. L’occhiale da sole (che l’italiano non toglie neppure se viene giù il diluvio universale) può variare dal Ray Ban al Persol, e la dimensione può essere media o gigante (per i più sobri): cioè, della serie, s’ha da vedè!!
Regola n. 2: La lingua.
L’italiano vacanziero difficilmente ha padronanza della lingua del posto perciò la “padroneggia a modo suo”: con il corpo! Se al bancone di un bar, ad un punto informazioni o davanti ad un monumento, vedete un soggetto dalla gestualità animata, che muove contemporaneamente mani, braccia, gambe e testa, non spaventatevi: quel soggetto non è un fanatico di Michael Jackson ma semplicemente un italiano.
Regola n. 3: Il tono di voce.
L’italiano vacanziero s’ha da vedè e s’ha pure da sentì!! Dalla semplice risata alla conversazione telefonica, che sia solo o che sia in gruppo, ha la capacità di emettere le stesse onde sonore dell’orchestra di Raoul Casadei. E se l’italiano casualmente incontra un altro italiano, non si limita a socializzare: instaura proprio un rapporto di tipo affettivo e quasi si commuove.
Regola n. 4: Il cibo.
L’italiano vacanziero, nel suo primo giorno all’estero, ha ancora in valigia qualche scorta di cibo portato (tanto per sta’ sicuro) dalla patria e di quello si nutre. Nel suo secondo giorno, invece, ha deciso di farsi coraggio e assaggia l’80% dei prodotti locali tradizionali. Nel suo terzo giorno, inizia a pensare ai ravioli, alla bistecca fiorentina e alle verdure gratinate e la crisi di astinenza è dietro l’angolo. Nel suo quarto giorno, il conto alla rovescia per il rientro a casa è automatico come il flash delle digitali.

In queste “regolette” c’è tutta la mia simpatia per un popolo che amo e nel quale mi ritrovo fortemente.
In fondo noi italiani ci somigliamo tutti un po’.
Siamo più o meno come le nuove regole del governo sui pagamenti in contanti: rintracciabili ovunque!