martedì 3 gennaio 2012

Spicchitalian?



Quante volte vi è capitato di fare un viaggio all’estero e di imbattervi nei vostri connazionali? E quante volte, un attimo dopo, avete pronunciato (magari a denti stretti) la fatidica frase: «Questi sono sicuramente italiani»?
Perché, diciamoci la verità, gli italiani all’estero sono un po’ come le borse taroccate Gucci sulla spiaggia: si riconoscono a colpo d’occhio!
Ci pensavo ieri, di ritorno dall’Austria, dopo aver ascoltato – senza sentirne la necessità –  tutta la telefonata di un tizio dall’accento romano fuori da un ristorante al confine con l’Italia.
Austria: silenzio. Confine con l’Italia: caciara.
Per riconoscere “L’italiano vacanziero” , in qualunque paese straniero esso si trovi, basta avere una capacità di osservazione media: si fa presto, insomma, senza dover investigare troppo!
Alcune regolette che ho appreso con il tempo e con i viaggi…

Regola n. 1: L’Abbigliamento.
L’Italiano vacanziero è sostanzialmente una griffe ambulante! Indossa tutte le marche più fashion ma ne predilige alcune in particolare: Moncler, Timberland, Hogan, Louis Vuitton. L’occhiale da sole (che l’italiano non toglie neppure se viene giù il diluvio universale) può variare dal Ray Ban al Persol, e la dimensione può essere media o gigante (per i più sobri): cioè, della serie, s’ha da vedè!!
Regola n. 2: La lingua.
L’italiano vacanziero difficilmente ha padronanza della lingua del posto perciò la “padroneggia a modo suo”: con il corpo! Se al bancone di un bar, ad un punto informazioni o davanti ad un monumento, vedete un soggetto dalla gestualità animata, che muove contemporaneamente mani, braccia, gambe e testa, non spaventatevi: quel soggetto non è un fanatico di Michael Jackson ma semplicemente un italiano.
Regola n. 3: Il tono di voce.
L’italiano vacanziero s’ha da vedè e s’ha pure da sentì!! Dalla semplice risata alla conversazione telefonica, che sia solo o che sia in gruppo, ha la capacità di emettere le stesse onde sonore dell’orchestra di Raoul Casadei. E se l’italiano casualmente incontra un altro italiano, non si limita a socializzare: instaura proprio un rapporto di tipo affettivo e quasi si commuove.
Regola n. 4: Il cibo.
L’italiano vacanziero, nel suo primo giorno all’estero, ha ancora in valigia qualche scorta di cibo portato (tanto per sta’ sicuro) dalla patria e di quello si nutre. Nel suo secondo giorno, invece, ha deciso di farsi coraggio e assaggia l’80% dei prodotti locali tradizionali. Nel suo terzo giorno, inizia a pensare ai ravioli, alla bistecca fiorentina e alle verdure gratinate e la crisi di astinenza è dietro l’angolo. Nel suo quarto giorno, il conto alla rovescia per il rientro a casa è automatico come il flash delle digitali.

In queste “regolette” c’è tutta la mia simpatia per un popolo che amo e nel quale mi ritrovo fortemente.
In fondo noi italiani ci somigliamo tutti un po’.
Siamo più o meno come le nuove regole del governo sui pagamenti in contanti: rintracciabili ovunque!

1 commento:

  1. Chiara, sei una forza della natura! Dai, "prestami" la tua penna ogni tanto per Ariba Ariba!!! Un bacio grandissimo. Tarcisio

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