lunedì 28 maggio 2012

effe emme


“Santilli, organizza i casting che partiamo”.

L'idea è nata più o meno così 
Poi è arrivato Umbria Radio Young.
Un progetto, anzi, di più.
Un’opportunità per coltivare una passione. Per mettersi alla prova. Per intrecciare relazioni. Per trovare il proprio trampolino di lancio. Per riascoltare la propria voce in macchina, fermi ad un semaforo. Per stupirsi della potenza della comunicazione. Per capire che esistono regole, anche non gradite, da rispettare. Per provare il brivido di una diretta. Per sentire nelle orecchie il fastidio delle cuffie troppo alte. Per stare in vetrina in una piccola città di provincia. Per capire che si è portati per tutt’altro. Per intercettare i segnali umani dallo studio alla cabina di regia, filtrati attraverso i riflessi di un vetro. Per apprezzare il valore di una impeccabile dizione (rinunciando al dònca). Per ritrovarsi in televisione. Per sentirsi parte di un gruppo. Per far nascere amicizie. Per il privilegio di poter dire “se vuoi sentirmi, accendi la radio”!

In numeri...
7 mesi di trasmissioni
5 programmi settimanali
21 under 30
Più di 50 ospiti intervistati (ma molti di più…)
600 facebook’s friends
1 centinaio di gingolini prodotti (by Michele Patucca)
1 migliaio di e-mail scambiate (cioè, unilateralmente inviate da me a loro)
Altrettanti “colpi” inviati (da loro a me)













Molte grazie...

martedì 22 maggio 2012

Ce l'ho. Manca.



Signori che invenzione l’iPod!
Se penso che dieci anni fa la musica te la dovevi registrare in cassetta dalla radio (con lo speaker che entrava sempre con la sua voce irritante a trenta secondi dalla fine rovinando tre minuti di lavoro intenso!) oppure dovevi aspettare Festivalbar (con il mitico Salvetti) per sapere quali sarebbero state le hit dell’estate (cavolo, però, quanto mi manca Festivalbar!! Era il segnale di inizio dell’estate, altro che le meteorine!), quante cose sono cambiate!
Ora, invece, se ti piace una canzone te la prendi con un clic del mouse in mezzo minuto.
Te la infili nell’iPod e via.
Bello. Democraticamente bello.
Perché la musica è la cosa più democratica che c’è: è per la gente ed è la gente che la governa.  

A me la musica mi svolta le giornate. Giuro.
(“A me mi”, bello. Arbitrariamente bello)

Ho intervistato da poco Giovanni Guidi - classe 1985, enfant prodige del jazz – che ha così dichiarato «Totale e no global la mia passione per tutta la musica».
Beh io condivido, mi piace molto questa idea di totalità. Questa opportunità di scelta, dal jazz al pop, dal rock al reggae, dal rhythm and blues alla disco music ecc…

Io ascolto tutto.
Poi scelgo, cosa è obbligo avere e cosa è possibile far mancare.

CE L’HO…
Funky Bahia, Sergio Mendes feat Will I Am & Siedah Garret
Il negozio di antiquariato, Niccolò Fabi
How deep is your love, Bee Gees
Fango, Jovanotti
Billie Jean, Michael Jackson
Un’avventura, Lucio Battisti
Hit the road Jack, Ray Charles
Oggi sono io, Mina (version)
You get what you give, New Radicals
Amandoti, Gianna Nannini
En el muelle de San Blas, Manà
Can’t take my eyes off of you, Lauryn Hill (version)
Ed ho in mente te, Equipe 84
High and dry, Radiohead
Il mare d’inverno, Loredana Bertè
Is this love, Bob Marley
Ti pretendo, Raf
Like a prayer, Madonna
Soli, Adriano Celentano
New shoes, Paolo Nutini

MANCA…
Lui (e chi per lui), tanto senza che ve lo ripeto lo sapete già…

sabato 19 maggio 2012

Giallo limonare o Rosso pomodoro?



Da qualche giorno il mio simpaticissimo amico Andreino ha aperto un blog di moda – e di stile – dal nome emblematicamente originale: Giallo Limonare.
Questo il link per visitarlo: http://giallolimonare.blogspot.it/
Per chi non lo conoscesse – ma saranno rimasti in 3 nel mondo – Andreino, seppur very young, è già very popular in Umbria ed è facilmente riconoscibile dal suo modo di vestire elegante, ricercato e trendy.
E poi è portatore sano di allegria, questo gli va riconosciuto!
(Ci siamo fatti una seratina a Roma indimenticabile, passata a cantare tutto il repertorio neomelodico italiano, da Gianni Togni ai New Trolls, senza sbagliare neanche una strofa…)
Ma tornando al suo blog, “Giallo Limonare” ha sì nello sfondo una vagonata di limoni, i quali però vanno intesi in senso ampio e meno naturalistico, di “love for all” per capirci.
Limone non come rimedio casalingo contro i simpatici scherzi del nostro organismo, quanto piuttosto come gesto di generosa apertura verso gli umani, anche nella dimensione ‘ndo coglio coglio…
Con questo giochetto modaiolo, però, il Prince/Lord Andreino si è guadagnato, in un paio di giorni, lo stesso numero di visualizzazioni che io ho totalizzato praticamente in due mesi (o giù di lì).

Santilli, tu che tenti di scrivere robe di concetto, qualche domandina te la vuoi fare???

Perché, parliamoci chiaro, la priorità assoluta di chi possiede un blog non è la necessità di esprimersi e raccontarsi alla moltitudine di utenti della rete ma portare la moltitudine di utenti della rete verso il proprio spazio virtuale!!
Roba che inizi a non dormirci la notte, che calcoli l’orario e il giorno più conveniente per pubblicare un post (assolutamente sconsigliati giorni festivi e domeniche), che spammi ovunque ciò che scrivi per godere non appena la linea di tendenza del grafico degli accessi si impenna verso l’alto.

Perché noi bloggers, in fondo, siamo tutti un po’ egocentrici...

Ragion per cui ho pensato che per far girare forte il contatore delle mie visite avrei dovuto prendere esempio dai bloggers di moda: studiare un outfit di tendenza, fotografarmi in una posa vagamente spontanea e commentarmi inserendo i giusti termini english …OK, PROVIAMO...

Chiara Santilli Blog versione Rosso pomodoro.


WATCH: Rolex Air King. (Regalo di papà Corrado che, a dire il vero, m’aveva promesso il cronografo Daytona ma se vede che poi ha fatto due conti e ha optato per il più economico “modello base”)
SCARF: Botteghina pakistana near Fontana di Trevi. Con 10 euro me ne hanno regalate due e io ho pensato “toh, che affarone!”. Dopo il primo lavaggio sono diventate rigide come il compensato. (Dice che anche il pakistano ha avuto il mio stesso pensiero…)
BRACELET: Mustafà, vucumpà marocchino a cui ho donato ‘sti 5 euro purchè la smettesse di farmi ombra sopra il lettino in spiaggia e di gridarmi nell’orecchio “bela, bela signorina compra tutta mia robina”
MAKE UP AND HAIR: sempre quelli dal 1999.

Giuro che se arrivo a 10.000 visite con questo post, rinuncio a tutti gli sforzi poetico-allegorico-mentali che impiego in genere negli altri!




giovedì 17 maggio 2012

Tra il dire e il fare



Ho iniziato una brillante carriera forense.
Ho iniziato ad andare in palestra due volte a settimana.
Ho iniziato a mangiare verdure bollite eliminando insaccati e fritture.
Ho iniziato a convincermi che se un uomo ti telefona dopo le una di notte è perché è con la tua voce che si vuole addormentare.
Ho iniziato ad usare Microsoft Excel per ogni cosa.
Ho iniziato a credere che se sei leale con la gente, la gente sarà leale con te.
Ho iniziato ad ascoltare la musica rap.
Ho iniziato a mettere da parte le ansie immotivate.
Ho iniziato a cancellare dalla memoria del telefono tracce umane di chi voglio fuori dalla mia vita.
Ho iniziato ad imbustare vecchi vestiti dismessi.
Ho iniziato a controllare le mie espressioni facciali e ad evitare il mutismo ogni volta che sono scocciata.
Ho iniziato ad usare la crema autoabbronzante.
Ho iniziato a sperare che tutto ciò che desideri da una vita, lo otterrai con la pazienza.
Ho iniziato a guardare Uomini e Donne in TV.

Poi ho fatto altro. 

lunedì 7 maggio 2012

Sono simpatica, non posso essere anche affettuosa



Quando io parlo di affetto, mi riferisco al bene che un essere umano può provare per un altro essere umano.
Sarà che siamo in periodo di dichiarazione dei redditi (per chi ha il privilegio di averli), sarà che oggi c’ho una giornata stramba e faccio strambe associazioni mentali, ma voglio parlare di affetto paragonandolo al cinque per mille.

Pensiamoci. Il cinque per mille non è altro che una quota accantonata che può essere distribuita, donata, scegliendo solo a chi. Ma puoi anche non farlo e lei resta lì, semplicemente dov’è.
Per l’affetto vale lo stesso principio.
Te lo impone la natura come una tassa. 
Tutti ne possediamo almeno una quota. 
Tutti possiamo decidere se destinarlo a qualcuno oppure no.

Io, per esempio, ne possiedo un bel po’ ma ho qualche difficoltà nelle modalità di distribuzione.
Il mio affetto passa più per le parole (in genere scritte) che per i gesti.
Pochi abbracci, poche carezze, pochi baci. Non è il corpo, insomma, a veicolarlo. 
Piuttosto la mente, la presenza fisica, il comportamento. 
Non il tatto. Più lo sguardo, quello complice.
E l’affetto ingloba l’amore. Non il contrario. Un sottoinsieme di un insieme più grande.
Il bene può resistere a mille urti, mentre l’amore basta una leggera botta che te lo sei giocato per sempre.
Il bene prescinde dall’attrazione, dalla chimica, dalla fisicità. L’amore no, non può.
Ho scoperto di volere bene a persone che non ho visto per anni e sempre con la stessa intensità. E a persone che non rivedrò mai più, mia nonna ad esempio.
Eppure faccio una gran fatica a dimostrarlo. Quasi che mi imbarazzi dire ti voglio bene.
Che cavolo ci vuole a dire ti voglio bene? 
Sono tre parole e pure brevi, roba che ci metti un millesimo di secondo. 
Perciò mi invito - e vi invito - a trovare ogni tanto quel millesimo di secondo per dire ti voglio bene.
A chi, di quel bene, ha diritto.


martedì 1 maggio 2012

Work in progress


Festa del lavoro. Lavoro grazie a un festino.
Lavoro gratificante. Lavoro pesante.
Lavoro facile. Facile che non lavoro.
Distrarsi dal lavoro. Io con facebook ci lavoro.
Sommerso di lavoro. Lavoro sommerso.
Lavoro precario. Stesso lavoro da sempre.
Lavoro all’estero. Cerco lavoro in Italia.
Lavoro flessibile. Lavoro anche a Natale.
Appuntamento di lavoro. Lavoro solo su appuntamento.
Lavoro sottopagato. Lavoro in politica.
Lavoro sporco. Sporco di lavoro.
Progetto il lavoro. Lavoro a progetto.
Il lavoro rende liberi. Liberi di non lavorare.
Diritto al lavoro. Lavoro di diritto.
Lavoro dei sogni. Lavoro buttato.
Lavoro che uccide. Vivere di lavoro.
Lavoro di giorno. Lavoro anche la notte.
Lavoro sfruttato. Lavoro rubato.
Lavoro di gruppo. Meglio che lavoro da solo.
Lavoro nero. Lavoro come un nero.
Lavoro occasionale. Occasione per saltare il lavoro.
Lavoro forzato. Io senza lavoro che faccio.
Lavoro e poi ci vediamo. Ci vediamo al lavoro.
Lavoro a domicilio. Lavoro freelance.
Lavoro che si suda. Lavoro che si pensa.
Mercato del lavoro. Lavoro al mercato.