domenica 22 aprile 2012

Disco (o) Inferno



Il motivo per cui –  nonostante l’inesorabile avanzare verso i trenta – la sottoscritta frequenta ancora le discoteche è uno soltanto: raccogliere materiale prezioso per scrivere un post come questo.
Oggi, infatti, vi voglio parlare del variopinto e variegato mondo della “gente della notte” e, più in particolare, di quella gente che affolla i vari locali della movida cittadina.
Dopo lunghi ed approfonditi studi, ho individuato alcune “tipologie di discotecari”

Il truzzo.
Lo riconosci dalla canottiera con le spalline strette e dal bicipite in evidenza. Il truzzo è un discotecaro generalmente “solitario”: la sua postazione preferita è vicinissima alle casse acustiche e lì rimbalza, sempre con lo stesso ritmo, fino al mattino. Non guarda in faccia nessuno per un semplice motivo: ha gli occhiali da sole (che giustamente con tutti quei raggi di luce fanno comodo…).

Quello che ci crede.
Ha l’atteggiamento del “padrone della baracca”: conosce ogni angolo del locale e si muove con disinvoltura. Con una mano saluta il p.r., il buttafuori e la guardarobiera; con l’altra tiene all’orecchio l’iPhone con cover di Fendi. Indossa camicia slim con gemelli placcati e scarpa Gucci. Il sorriso è sempre accennato e impostato per l’intera serata. Rilasserà la mascella solo al rientro a casa.

Lui – la prima volta in discoteca.
Ha brufoli disposti in modo ordinato su tutto il perimetro facciale. Si guarda intorno e pensa, anzi, è certo di essere al limite della trasgressione. Anche il look scelto per l’occasione rafforza la sua convinzione: il pantalone color ghiaccio e la camicia nera, lo decretano erede indiscusso di Tony Manero. Non ha mai visto così tante ragazze e tutte insieme nello stesso posto.
Proverà a salutarle tutte, ma nessuna lo ricambierà.

Lei – la prima volta in discoteca.
NON lascia avvicinare nessun esemplare vivente di genere maschile, mantenendo tra sé e l’altro dai 5 ai 7 cm di distanza perchè teme la molestia sessuale.
NON beve nulla, rischiando addirittura la disidratazione, perché teme vi siano quantitativi di sostanze stupefacenti subdolamente inseriti proprio nel suo bicchiere.
NON ha lasciato nulla al caso, a partire dal trucco: ha talmente tanto esagerato con matita, mascara e ombretto che pare uscita da una ciminiera.

Il gruppo di amiche single.
Entrano sempre in fila indiana: la prima è “la sciolta”, quella cioè che ha rapporti&intrallazzi con i vertici del locale e che ha provveduto all’inserimento in lista delle adepte; la seconda è “l’incontinente”, quella cioè che ogni cinque minuti sente l’esigenza di fare pipì e deve correre in bagno; la terza è “l’assistente dell’incontinente”, perché E’ CATEGORICAMENTE ESCLUSO che una donna vada alla toilette da sola; la quarta è “la molleggiata”, quella cioè che – per una volta nella vita che ha messo i tacchi – ha già vesciche ovunque!

I RIS.
I Ris li trovi nel parcheggio della discoteca, con la loro auto trasformata in “camera oscura”: muniti di illuminazione a led e nastro isolante, trascorrono ore ed ore nella delicata attività di “riproduzione del timbro di ingresso”. Finisce che tornano a casa con le mani più imbrattate di quelle degli imbianchini e…con i faretti fulminati!

lunedì 16 aprile 2012

LA - GE - LO - SIA (più la scacci e più l'avrai)


Non so se vi è mai capitato di sfogliare una rivista e trovarci dentro quei test demenziali che con quattro crocette ti aiutano a capire chi sei veramente.
Ce ne sono di tutti i tipi, da quello che calcola il quoziente intellettivo a quello che misura la percentuale di affinità di coppia; da quello che scopre se dormi bene a quello che calcola il giorno esatto in cui morirai. E via dicendo…
A me, in particolare, catturano l’attenzione i test sui sentimenti umani, primo fra tutti quello sulla gelosia.
L’ultimo che ho fatto iniziava così:

Da un po’ di tempo, il tuo partner esce ogni sera senza di te, indossando il suo abito migliore e imbevuto del suo profumo più suadente. Tu cosa fai?

A) sei felice per lui e non gli chiedi neppure dove va
B) hai piacere di sapere dove va ma lasci che sia lui a dirtelo la mattina seguente
C) forse qui gatta ci cova

Ora: IO VOGLIO nome, cognome, indirizzo, codice fiscale, gruppo sanguigno e recapito telefonico dell’autore di queste opzioni!!
Qui gatta ci cova????? … Forse?????
Ma a ‘sto fetente di partner gli devi dare una bastonata intercostale appena rientra dalla seratina!!! Altro che “felicità per lui”…!!

Roba da matti…

E il fatto è che la gente – me compresa – ci spreca pure l’inchiostro della penna per barrare la casella! La gelosia non è mica un quiz a crocette, Santo Cielo!
La gelosia – come cantavano giustamente i “Dirotta su Cuba” – è come la pazzia, vive di fantasia e non ti fa più dormire…uououoooo….

Io, per esempio, sono notoriamente gelosa. Di persone e cose indistintamente.
Gelosa di tutto ciò che considero riservato per me.
Dell’amore del momento e di qualche amore passato, di un vestito che mi piace, delle attenzioni dei miei amici più importanti, dei miei spazi radiofonici, di un complimento mancato, della mia borsa Tod’s arancione con manico in pelle.
E non c’è una gelosia buona e una cattiva.
E non è vero che la gelosia è sintomo di insicurezza o di troppo amore.
La gelosia è come uno specchio: è il riflesso del nostro benessere.
È la difesa tenace di noi stessi.  
Sono gelosa di te perché tengo a me.

Morale di questo post, dedicato a tutte le povere vittime del mio possessivo attaccamento, è:
“Se non puoi convincerli…confondili”
Confucio

lunedì 2 aprile 2012

Senza titolo



Regola numerouno: Volersi bene dal lunedì alla domenica, dalla mattina presto alla sera tardi.

Regola numerodue: Cercare tempo da perdere.

Regola numerotre: Circondarsi di punti fermi e non di palline matte.

Regola numeroquattro: Far coincidere la bellezza con il proprio senso estetico e non con il gusto degli altri.

Regola numerocinque: Saper rinunciare alla risposta giusta e tirare a indovinare, ogni tanto.

Regola numerosei: Fare scommesse sulle persone senza aspettarsi di vincerle.

Regola numerosette: Accettare la propria fallibilità e perdonarsi.

Regola numerootto: Mettere a fuoco la propria natura senza filtrarla con effetti speciali (per tutto il resto c’è Instagram).

Regola numeronove: Pesare le parole per gli altri senza alleggerire il rispetto per sé.

Regola numerodieci: Capire quando è amore e quando è antidoto per la solitudine.