sabato 26 gennaio 2013

2,5 Kg di arance al giorno


Oggi sono seria. Oggi vi segnalo un’iniziativa importante promossa dall'AIRC.
Si chiama “Le arance della salute”.
Visitate http://www.arancedellasalute.it/ 

Se siete in Umbria, ad esempio, le trovate in 90 piazze. Due chili e mezzo di arance (per la spremuta la mattina, per la merenda quando siete in ufficio, per allungare la cottura del pollo, per condire un’insalata agrodolce e quant'altro!) a fronte di un contributo di 9 euro.
Ve la segnalo per vari motivi: perché la neopresidente di AIRC Umbria è persona che stimo, perché AIRC finanzia la ricerca sul cancro, perché ho ascoltato le parole di un medico illuminato (una gran donna, esperta in genetica del cancro) che con voce mite ha scelto parole semplici per spiegare il lavoro che fa.
Un lavoro che coniuga nobiltà e scienza. Uno studio e una pratica quotidiana per procurare utilità a tutti: a me, a te, a chi c’è già e a chi nascerà domani.
La ricerca medica altro non è che la voglia di capire le cose. E di metterle a disposizione degli altri, senza neppure conoscerli.

E allora acquistare un sacchetto di arance, può essere un modo come un altro per dimostrare la nostra empatia con ciò che è ad un attimo da noi. 
Lo diceva anche la Vodafone: tu sei la stella e il mondo ruota intorno a te.

E permettetemi un ringraziamento.
Ai miei genitori, che hanno insegnato a me, e a mio fratello, l’attenzione e non l’indifferenza. 


giovedì 10 gennaio 2013

Home Sweet Home (quattro mura)


Per me la casa deve essere: essenziale, luminosa e bianca.
Se poi questi aggettivi si incastrano geometricamente tra le forme rigide di un loft o tra le pendenze inclinate di una mansarda, allora per me quella casa è il top.
Nel tentativo di assecondare i miei gusti, mi sto dedicando da tempo alla ricerca di un appartamento che sia anche: economico, centrale, panoramico e dotato di box auto.
Le possibilità di trovarlo sono 1 su 1.999.999.999.
Nell’attesa, mi diverto molto a leggere gli annunci delle varie agenzie immobiliari. Sono praticamente tutti uguali: stesso linguaggio specifico, stessa enfasi nelle descrizioni, stessi slogan. Tutto sembra così bello e perfetto che ti sale un entusiasmo da paura e la casa la compreresti con una telefonata, così, sulla fiducia e senza neanche vederla.
Ma attenzione, be careful! Gli agenti immobiliari sono furbi e dietro ogni tecnicismo verbale c’è sempre una realtà fatta di ingannevoli apparenze…

L’annuncio tipo è, più o meno, il seguente:

In pieno centro storico (dato di partenza, dal quale si può agevolmente desumere che l’immobile in questione sarà situato a non meno di 7,5 km dal centro cittadino. Si calcoli dunque un tempo di percorrenza a piedi – per soggetti ben allenati, senza disturbi respiratori e con un passo regolare e riposante – di almeno 105 minuti) grazioso monolocale (secondo dato importante: l’aggettivo “grazioso” associato ad una casa ha pari valore di “simpatica” in relazione ad una donna. Un cesso assicurato!) in ottime condizioni (terzo dato: mi ricorda il gioco del mercatino che facevo da piccola in cortile con le altre bambine, dove piazzavo sempre e soltanto quelle barbie che avevano i capelli intrecciati, le caviglie slogate e i maglioncini infeltriti ma spacciandole per nuove e commuovendomi pure per il distacco) con bagno in camera e cucina a scomparsa (quarto dato, il più significativo. Non è richiesta nè laurea in ingegneria civile, né master in design di interni, basta solo la licenza elementare e la frequenza della lezione di matematica in cui la maestra spiegava le addizioni e sottrazioni. Infatti, se il locale è mono, il bagno è interno a quel mono e la cucina non si sa dove sia finita: quante stanze ha quel locale?). Euro 500,00 (…che te li danno loro se glielo togli dalle palle!)

Ultima nota.
Non so se ci avete fatto caso, ma in fondo alle pagine di annunci immobiliari, di lavoro e matrimoniali c’è sempre la foto e il numero di una chiromante
Forse perché nel 2013 per trovare un mestiere, un marito e una casa giusto la preveggenza ti può dare una mano!


venerdì 4 gennaio 2013

Operazione in corso: attendere prego


Oggi parleremo del Bancomat.
E ne parleremo in 30 secondi, non uno in più né uno in meno.
Perchè, non so se avete notato, ma qualsiasi operazione fatta allo sportello del Bancomat deve essere compiuta in trenta secondi. Dall'ingresso in banca all'inserimento del pin, dal ritiro della carta al prelievo dei contanti: t r e n t a, rigorosamente! 
La cosa mi crea un livello così alto di ansia che io mi sbrigo sempre. Occhio vigile e mano lesta, non sia mai che spunti fuori all'improvviso un fanatico di Mc Gyver, che ho toccato qualche filo scoperto e mi sottrae il contante! 
E poi via, di corsa in macchina, tipo rapinatrice dei miei stessi soldi.
Ciò nonostante, io e il mio Bancomat abbiamo stretto nel tempo un rapporto di leale franchezza
Io arrivo, lui mi riconosce immediatamente e mi parla...

Questo il report del nostro ultimo amichevole colloquio:

B – Bancomat
CC – Correntista Chiara

(B) Chiarè ma sei tornata n'altra volta? (B. è situato in provincia di Perugia). Ma che vuoi prelevà? Al massimo un litro de sangue (e neanche, che bianca come sei c'avrai pure l'anemia). Io lo dico per te, lascia perde! Pensa che ieri è venuto un tipo che ti voleva clonare la carta, poi ha visto il saldo sul conto e s'è così tanto commosso che t'ha subito fatto un bonifico di 200 euro! Dai, veramente, fatti un giro e al massimo chiedi un prestito a tuo fratello (G., ormai celebre giocatore di volley, con titolo di studio in forse ma sulla strada della precoce ricchezza sicura)!
(CC) Eh no B, vedi di non fare lo stronzo proprio oggi! Domani cominciano i saldi, ripeto, S A L D I! Lo capisci che da Zara ci sono i panta militari, le gonne borchiate e le maglie in ecopelle bicolore al 30%? Tu...lo capisci questo??? Aiutami...

E fu così che B ebbe pietà di CC e le concesse – per l'ennesima volta e solo per riconoscenza verso Zara che riveste CC da capo a piedi – 'sti benedetti 240 euroma in comodi pezzi da 5!!!

Che ci volete fare. La mia banca è differente!


martedì 1 gennaio 2013

Per chi non s'accontenta (come direbbe Rowenta)


Credo fosse l’estate del 2003.
Guidavo la mia prima macchina, di seconda mano.
Una strada terribile, non asfaltata, impervia, ripida e piena di buche. Intorno a me il nulla.
All’improvviso sul cruscotto una spia si accende. Quella dell’acqua.
“No, cazzo!! E adesso??”
L’unica cosa che potevo/dovevo fare - per evitare di far fuori il motore - era fermarmi lì, in mezzo a quella strada in salita, in mezzo al nulla.
Poi, all’improvviso, passano due amici. Tirano fuori una bottiglia d’acqua, la versano nel radiatore e la macchina è pronta per ripartire.
Sembrava impossibile ma ce l’avevamo fatta, avete presente lo spot dell’amaro Montenegro? 
U G U A L E!

Arrivo al dunque.

  • Una spia che lampeggia.
  • Un problema, un difetto, un guasto.
  • Una soluzione.
  • Una nuova ripartenza.


Questo è l’augurio che faccio a me stessa e, se volete, ad ognuno di voi, per l’anno che è appena iniziato.
Che nel bel mezzo della vita, e senza alcun preavviso, una spia si accenda per segnalarci ciò che non va, ciò che è da cambiare o da aggiustare o da invertire o da resettare.

Perché ci sia sempre qualcosa di nuovo e di meglio da desiderare.

È il bisogno che si placa, non il desiderio.