Credo fosse l’estate del 2003.
Guidavo la mia prima macchina, di seconda mano.
Una strada terribile, non asfaltata, impervia, ripida e
piena di buche. Intorno a me il nulla.
All’improvviso sul cruscotto una spia si accende. Quella
dell’acqua.
“No, cazzo!! E adesso??”
L’unica cosa che potevo/dovevo fare - per evitare di far
fuori il motore - era fermarmi lì, in mezzo a quella strada in salita, in mezzo
al nulla.
Poi, all’improvviso, passano due amici. Tirano fuori una
bottiglia d’acqua, la versano nel radiatore e la macchina è pronta per
ripartire.
Sembrava impossibile
ma ce l’avevamo fatta, avete presente lo spot dell’amaro Montenegro?
U G U
A L E!
Arrivo al dunque.
- Una spia che lampeggia.
- Un problema, un difetto, un guasto.
- Una soluzione.
- Una nuova ripartenza.
Questo è l’augurio che faccio a me stessa e, se volete, ad
ognuno di voi, per l’anno che è appena iniziato.
Che nel bel mezzo della vita, e senza alcun preavviso, una
spia si accenda per segnalarci ciò che non va, ciò che è da cambiare o da
aggiustare o da invertire o da resettare.
Perché ci sia sempre qualcosa di nuovo e di meglio da
desiderare.
È il bisogno che si
placa, non il desiderio.
Nessun commento:
Posta un commento