martedì 5 luglio 2011

La porti un bacione a Firenze...


Una cara amica si è laureata ieri a Firenze in Giurisprudenza italo-francese. Si chiama Laura, ha girato mezzo mondo, parla più lingue di una hostess di terra ed ha un cervello che ne vale almeno tre (di quelli “buoni”, naturalmente). La cito volentieri, le persone in gamba hanno l’obbligo di essere menzionate pubblicamente.
Dunque, come già detto, ho trascorso un bel lunedì in quel di Firenze.
Ah Firenze, Firenze… lè veramente una città ganza… Ci vado sempre volentieri!
Città elegante, ricca di fascino, suggestiva in ogni minimo angolo. Un tantino trafficata nelle ore di punta ma, del resto, quale città italiana non lo è (alle sei di sera anche a Ponte San Giovanni rischi di restare bloccato per ore tra le auto in coda! Ma vogliamo mettere?!).
E poi a Firenze si mangia troppo bene!
E infatti dopo applausi, brindisi, foto, abbracci, mazzi di fiori e corone d’alloro, tutti a cena sul Lungarno! 
Per la stessa logica di cui sopra, ovvero citare ciò che merita d’esser citato, vi dirò che siamo stati all’Antico Ristoro Di’ Cambi (www.anticoristorodicambi.it).
Esattamente il genere di posto che piace a me: prosciutti appesi, cantina selezionatissima, odori forti, sgabelli e tavoli senza tovaglie, affreschi e oggetti d’epoca. La trattoria quella vera, quella in perfetto stile anni ’50 e curata in ogni suo più piccolo dettaglio, dove ogni oggetto (dalla tazzina al bicchiere) richiama il passato pur nella realtà del presente. Solo in questo genere di posti puoi mangiare salumi affettati da mani esperte, pappa al pomodoro e penne al ragù di cinghiale, fiorentina servita su taglieri enormi e dolci con crema calda (fatta al momento!).
Questo non è un post “promozionale”, sia chiaro.
Queste righe perché mentre tornavo a Perugia (un po’ assonnata e leggermente appesantita!), con la fronte schiacciata sul finestrino della macchina, pensavo a tutta la clientela straniera che affollava il ristorante (giapponesi, americani, svedesi, tedeschi…). Pensavo alle loro espressioni inebetite mentre i piatti gli scivolavano rapidi sotto gli occhi meravigliati. Pensavo a come fanno ad andarsene dall'Italia sapendo di dover rientrare nelle loro cucine speziate e improvvisate. 
Pensavo a quanto siamo fortunati noi italiani che abbiamo il meglio di tutto e non lo diciamo mai, non lo difendiamo mai, non lo esaltiamo mai. Pensavo che è il caso di smetterla con la storia che in Italia tutto fa schifo, tutto va a rotoli, tutto è agli ultimi posti di chissà quale classifica, tutto va male e che tutti – in Europa e nel mondo – sono meglio di noi!

“In Italia si vive bene!" 
Se dovessi ideare uno slogan, il mio sarebbe questo.

4 commenti:

  1. Ma infatti...anche io ieri ho mangiato una deliziosa mozzarella di bufala, con dei pomodorini freschi eccezionali ed una rucoletta selvatica leggerissima. Una esperienza di vita. In quel momento ... ma chi se ne frega della spazzatura di Napoli!!!

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  2. ...diciamo che il concetto che volevo esprimere era un tantino più complesso (e non banalmente circoscritto alla buona cucina italiana)!

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  3. eh, purtroppo si legge solo la banalità...lo slogan invece è molto originale

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  4. Io non leggo banalità!anzi!bisogna leggere tra le righe!
    Per molti l'erba del vicino è sempre la più verde....beh il mio giardino a me piace tantissimo!ha le sue talpine...ma ha anche meravigliose piante fiorite e farfalline!...
    Per chi non sa leggere tra le righe...Il giardino è l'Italia! ;)

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