Stavo guardando una gara di discesa libera in tv.
Un italiano,
Christof Innerhofer (dal
nome non sembrerebbe ma è altoatesino doc), ha vinto a Garmisch – Partenkirchen fermando il cronometro sul tempo di 1’ 37’’83.
Cioè in pratica
questa specie di “omino a motore” è venuto giù da una collina in poco più di un
minuto e mezzo.
La velocità che può generare un essere umano è strabiliante.
Chiunque,
anche senza avere gli sci agganciati ai piedi, può lanciarsi in discesa libera
senza farsi afferrare dagli altri.
Ci vuole concentrazione, talento e coraggio.
Chi corre sulla propria pista, scivolando sopra i dossi e aggirando i
dislivelli, ha la leggerezza della libertà e il peso della propria forza
muscolare. Mentre segue la sua traiettoria, porta con sé le paure, i
sentimenti, le ferite, le gioie, i desideri.
E corre riducendo l’attrito con l’aria.
E corre, quasi sempre, con il timore e la speranza di essere raggiunto.
Che, a
volte, per la vittoria bastano giusto la volontà e pochi decimi di secondo.
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