lunedì 30 settembre 2013

Mezzo pollice verde

Le piante grasse sono, tra tutte le specie botaniche, quelle che amo di più.
In primis perché le loro forme strane mi fanno simpatia. E poi perché credo che abbiano delle caratteristiche naturali assolutamente invidiabili.
Sono nate, infatti, per resistere, per lottare e per adattarsi alle circostanze esterne.
Grazie a particolari tessuti, riescono ad immagazzinare tutta l’acqua necessaria per sopravvivere nei luoghi più avversi, quelli aridi in cui i periodi di siccità sono lunghissimi. E hanno fatto tutto da sé. Si sono – diciamo – organizzate, trasformando le foglie in spine e trasferendo la funzione clorofilliana sul fusto.
Che piante geniali. Che piante forti.
Piante capaci di sopravvivere anche senza le cure e le attenzioni dell’uomo.
Io, che più che il pollice ho forse il mignolo verde, ne ho fatte morire una decina. L'unica, credo, nella storia ad esserci riuscita.
Le piante grasse sopravvivono nei deserti del mondo e sono venute a morire a casa mia, a Ponte Pattoli!
Me ne dispiaccio infinitamente. Mi dispiace soprattutto di non aver fatto in tempo a rubar loro un po’ di quell’equilibrio sapiente che le rende capaci di affrontare anche le situazioni meno ottimali, con vigore e senza alcun lamento. 
Facendo sbocciare piccoli fiori anche tra le spine più appuntite. 

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