lunedì 23 luglio 2012

In yogurt veritas



Sarà capitato anche a voi.
Di aprire il vasetto dello yogurt e di leccare  - ancor prima di averci affondato dentro il cucchiaio - lo strato cremoso depositato sulla pellicola di alluminio.
Io compro le confezioni di yogurt (rigorosamente nel doppio gusto frutti di bosco e cereali) solo ed esclusivamente per questa ragione.
Per quel mezzo secondo di piacere.
Così lo yogurt, con la sua pellicola da ripulire, diventa per me metafora dell’esistenza.
L’esistenza, quella fatta di piccoli piaceri istantanei lunghi quanto il tempo di portar via con la lingua lo yogurt incollato sulla pellicola.
Van via troppo veloci, porcaccia miseria.
Attimi ristretti che neppure un elastico li allungherebbe di più.
E poi ti resta il resto.
Quei 125 grammi di crema biancastra con pezzi di frutta (e centinaia di semini incastrati tra i denti). Che mai avranno lo stesso sapore di ciò che hai solo appena assaggiato.
Non siamo proprietari di niente, nemmeno della nostra felicità.

Sa un cavolo la Muller!

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